La restanza

Come suggerisce il pensiero dell’antropologo Vito Teti, la restanza non è mera inerzia, ma un atto di resistenza attiva, una scelta politica e poetica. Essa diventa il perno attorno al quale si articola il festival: una presa di coscienza e di cura, che trasforma la permanenza in una forma di rigenerazione creativa e collettiva. Calcata, non solo luogo fisico, ma simbolo di una "rivoluzione della restanza", si trasforma in palcoscenico vivo e pulsante, dove le arti performative si fondono con il paesaggio e le storie locali per tracciare nuove traiettorie di senso. 

COORDINATE intraprende un viaggio tra performance, installazioni e interventi site specific e workshops, che si muove tra il visibile e l’invisibile, tra il quotidiano e l’onirico. Gli artisti partecipanti—danzatori, performer, musicisti, attori —sono chiamati a interagire con il borgo, i suoi abitanti e la natura che li circonda, esplorando il legame tra il concetto di restanza e la sfida di restituire vita e significato ai territori dimenticati.  

In questo contesto, l'arte diventa strumento di indagine e trasformazione, capace di dar voce a una visione alternativa del futuro delle aree interne, al di là della retorica nostalgica o della gentrificazione.

"La Restanza" non è una condizione passiva, ma una tensione dinamica che si esprime attraverso pratiche di riabitazione e di risignificazione dei luoghi, alimentata dalla volontà di sovvertire la dicotomia tra città e borgo, tra centro e periferia. 

A Calcata, il festival diventa un laboratorio a cielo aperto in cui le performance si intrecciano con le storie personali e collettive, svelando le potenzialità di un nuovo modo di abitare il territorio.  Il borgo non è più solo uno scenario romantico e immobile, ma si trasforma in un organismo vivo, in continua evoluzione, in grado di dialogare con le esigenze contemporanee e le urgenze globali. Il festival si snoda tra diversi luoghi di Calcata, creando una mappatura sensibile che invita lo spettatore a esplorare non solo lo spazio fisico, ma anche le stratificazioni simboliche e culturali che lo abitano. Tra le mura del borgo, le performance si incollano ai muri di pietra, si annodano alle radici di un territorio antico e complesso, e si scontrano con i ritmi di chi ha scelto di rimanere, di chi ha deciso di coltivare un altro futuro possibile in questi spazi apparentemente dimenticati.

In linea con le riflessioni di Teti, il festival vuole problematicizzare la narrazione dominante che riduce i borghi a meri luoghi di decadenza o nostalgia estetica. Attraverso le arti performative, COORDINATE invita a una ridefinizione del concetto di "borgo", liberandolo dalla retorica dell’Italia oleografica e rivelandone la potenza vitale. Qui, restare non significa rimanere immobili, ma diventare protagonisti di un processo di trasformazione continuo, in cui i saperi locali si intrecciano con le nuove tecnologie e i linguaggi globali per dare forma a un nuovo modello di sviluppo.

Attraverso un susseguirsi di azioni performative, laboratori e incontri, il festival si fa portatore di una nuova visione, che invita a riscoprire il valore delle comunità e delle reti sociali che animano i territori. "La Restanza" diventa un campo fertile in cui piantare i semi di una rinascita, dove l’arte si fa portavoce di un cambiamento profondo, capace di ribaltare i paradigmi consolidati e di aprire nuove prospettive su ciò che significa abitare un luogo, costruire relazioni e immaginare il futuro.

In questa edizione inaugurale, COORDINATE traccia un cammino che guarda lontano, ma che si nutre di radici profonde, radici che affondano nella storia e nella memoria di Calcata e dei suoi abitanti. Un festival che non si limita a proporre arte, ma che si fa catalizzatore di nuove visioni e nuovi orizzonti, in un continuo dialogo tra il locale e il globale, tra il passato e il futuro, tra chi parte e chi resta.